La CTA più usata al mondo

Probabilmente stiamo parlando della call to action più utilizzata nel mondo del digital marketing, ormai diventata un evergreen per andare sul sicuro, un po’ come una camicia per un colloquio di lavoro. È insomma la CTA più convenzionale presente sul palcoscenico.

La forza di questa CTA, secondo me, oltre quello di stimolare in maniera molto efficace il sentimento universale della curiosità, risiede in tre fattori.

La sua genericità, vuol dire tutto e niente, non stona se abbinata con qualsiasi messaggio, come il bianco che sta bene con tutto: ci invita sostanzialmente ad approfondire quello che stiamo leggendo, senza però dirci con esattezza cosa ci aspetta o se c’è qualche azione che saremo chiamati a fare.

La sua concisione, in pochissimo testo si riesce a condensare un messaggio molto chiaro, che spesso per ragioni di spazio/lunghezza siamo quasi obbligati a ridurre all’osso.

La sua familiarità: siamo ormai talmente abituati a leggerlo che lo consideriamo un elemento integrante di una pubblicità/comunicazione, ci rende più sereni.

Ed è proprio questi 3 punti che vorrei provare a mettere in discussione, partendo dal primo.

GENERICITÀ. È davvero l’unica possibilità che abbiamo? La risposta è ovviamente no, già solo dando uno sguardo a quelle che mette a disposizione, tra gli altri, Facebook.

Nonostante ciò, capita molto spesso di vedere degli annunci con la CTA “Scopri di più” quando se ne sarebbe potuta utilizzare una più attinente/efficace. Vediamo qualche esempio direttamente da Facebook.

Il primo qui sotto è significativo.

Pubblicità su Facebook di Santa Maria Tex Mex

L’invito all’azione nel testo dell’inserzione è chiaro, ci invitano a scaricare il coupon. Benissimo. Perché allora non utilizzare la CTA “Scarica” che è tra quelle disponibili su Facebook? Coupon Santa Maria → Scarica. Semplice. L’invito principale dichiarato è proprio “scaricare”, non “scoprire di più”.

Se ci fate caso, ne troverete parecchi anche voi.

Nell’esempio qui sotto invece la call to action è usata correttamente, ma trovo ridondante e poco efficace averla inserita in questo modo anche nel testo dell’annuncio. 

Pubblicità su Facebook di HomeAway

Ad esempio sarebbe potuto essere “Scopri come affittare la tua casa su HomeAway quest’inverno per assicurati una fonte di reddito aggiuntiva.

Un giusto compromesso è invece questo esempio in cui Lavazza ha sopperito ad una lacuna di Facebook, perché la call to action “partecipa”, sebbene non presente tra quelle a disposizione (arriverà prima o poi?), è chiara nel titolo dell’annuncio (Partecipa al concorso Lavazza) ed è rafforzata dallo “scopri di più” che ci invita a scoprire come partecipare al concorso.  

Pubblicità su Facebook di Lavazza

Per concludere invece ecco alcuni casi “pertinenti” all’azione che ci aspetta: prenotare o acquistare. Non scoprire di più.

Pubblicità su Facebook di Tiffany
Pubblicità su Facebook di GrandVision

CONCISIONE E FAMILIARITÀ.

L’invito a scoprire di più è talmente familiare che non ci facciamo più caso, lo diamo talmente per scontato che probabilmente se ne vedessimo uno diverso ci salterebbe all’occhio con maggiore forza.

“Scopri di più”, ovvero 13 caratteri spazi inclusi. Siamo così sicuri che non si possa trovare altro senza allungare troppo il brodo? 

Se fosse ad esempio “Conosciamoci” (12 caratteri), “Conosciamoci meglio” (19 caratteri), “Mettici alla prova” (18 caratteri), “Facciamo amicizia” (17 caratteri) “Fai un giro” (11 caratteri) “Dai un’occhiata” (15 caratteri)? È chiaro che dipende molto anche dal tone of voice che vogliamo utilizzare e dal tipo di comunicazione. 

Ma proviamo ad immaginarci un annuncio Adwords di un nuovo ristorante:

  • “Abbiamo aperto un nuovo ristorante, una nuova concezione di cucina che vi lascerà a bocca aperta, un servizio di alta qualità e un ambiente accogliente. Scopri di più! ”
  • “Abbiamo aperto un nuovo ristorante, una nuova concezione di cucina che vi lascerà a bocca aperta, un servizio di alta qualità e un ambiente accogliente. Dai un’occhiata!”

Se ci pensiamo bene, stiamo invitando qualcuno a casa nostra (il nostro sito) perché idealmente vogliamo conoscerci meglio, io il mio potenziale cliente e viceversa: allora perché non tendergli la mano?

Parliamo di corteggiamento in fin dei conti. È come se chiedessimo alla persona che stiamo corteggiando: “ti andrebbe di scoprire di più davanti ad un aperitivo?” 

Ovviamente sto estremizzando, non sempre è facile trovare alternative che possano andar bene e che siano coerenti con l’obiettivo che vogliamo raggiungere, ma credo davvero che alcune volte esistano altri modi più efficaci per corteggiare. 

Alla fine Scopri di più e Innamoriamoci hanno entrambe 13 caratteri. 

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